La vendemmia a Fogo

A differenza dell’Europa, a Capoverde, o per meglio dire a Fogo, la vendemmia inizia nei primi giorni di luglio e si prolunga fino all’inizio di settembre.

La coltivazione dell’uva dura ormai da più di cent’anni, introdotta dai portoghesi con vitigni ormai divenuti autoctoni sia di uve bianche che di rosse; le piante, protette da piccoli muri a secco di pietra lavica, sono coltivate a cespuglio, per proteggerle dal vento che spesso soffia forte all’interno del vulcano.

La particolarità di questa coltivazione è che si trova all’interno della caldera del vulcano a più di 1700 metri di altitudine e che non viene irrigata se non dall’umidità notturna o dalle poche piogge nel periodo estivo.

Grandi grappoli dolcissimi raccolti da tutta la popolazione e portati  in ceste sulla testa (delle donne) o a dorso di asino vengono  venduti al mercato di São Filipe, mentre una grande percentuale viene portata alle cantine (“Cha” all’interno del vulcano nel villaggio di Portela e “Sodade” fuori dal vulcano ad Achada Grande) per la produzione del famoso vino di Fogo, apprezzato da tutti i turisti che lo degustano nei ristoranti locali; ogni produttore poi mantiene una quantità di uva per produrre in casa il tradizionale vino locale, il Manecom, da bere in famiglia o con gli amici.

Come per il caffè, la limitata produzione non consente l’esportazione del prodotto, che quindi deve essere consumato nella “nostra terra”.

La cooperazione italiana in questi ultimi anni ha portato un’esperienza secolare che ha permesso ai produttori locali di perfezionare un vino  già buono e di iniziare nuove  produzione come la grappa (distillata dalla vinacce del vino), il passito e i liquori di erbe aromatiche.

Ottimi souvenir per i turisti.