Il passaggio delle balene

Febbraio è il mese in cui si possono vedere le balene.

Fogo è sulla rotta delle migrazioni di questi giganti del mare e con un po’ di fortuna si può vederli passare a pochi metri da riva.

Tale spettacolo si prolunga, con alterna fortuna, fino al mese di giugno.

 

 

Il caffé di Fogo

Il mese di febbraio è sinonimo a Fogo di caffè: inizia la raccolta di uno dei migliori caffè del mondo, unanimemente riconosciuto.
La zona nord del’isola, alle spalle di Mosteiros è in gran parte coltivata a caffè e a partire dal mese di febbraio si incontrano numerose persone (per la maggior parte donne) impegnate nella raccolta di queste preziose bacche; i sacchi vengono poi portati a valle in testa o a dorso di mulo, verranno lasciati seccare al sole e poi , ancora manualmente, eliminata la buccia si otterranno i grani pronti per la torrefazione che qui si fa anche artigianalmente nel forno delle panetterie o in padella in  casa.
La produzione modesta non consente l’esportazione del prodotto, ma il turista che lo degusta non manca di portarne un po’  con se come ricordo dell’isola.

Il carnevale

Il carnevale è una festa “pagana” molto sentita a Capoverde. È famoso il carnevale di São Vicente a Mindelo, conosciuto come  un “piccolo Rio de Janeiro”, ma in tutte le isole è vissuto intensamente e Fogo non fa eccezione alla regola.

Già alla fine del carnevale si incomincia a pensare al prossimo, quali i temi, quali i costumi, le coreografie, la musica, la miss. Tutto il paese partecipa al carnevale, ciascuno per il proprio gruppo e le domeniche precedenti la sfilata del martedì grasso già si possono vedere per le strada cittadine i vari gruppi mentre sfilano per le ultime prove.

La conclusione avviene con la tradizionale sfilata del martedì grasso con i vari gruppi che propongono i loro carri allegorici per conquistare i migliori giudizi della giuria e per vincere il primo premio.

Le bellezze locali, maschili e femminili, non mancano, sia nel corteo che tra gli spettatori, ma non c’è nessun pudore nello sfilare; a allora si vedono i bambini e i ragazzini, ma anche i genitori e i nonni tutti insieme in questa grande festa collettiva, in maschera e no ma accomunati dalla voglia di fare festa tutti insieme

La festa di São Filipe

Gli ultimi giorni di aprile sono dedicati alla festa più importante dell’isola di Fogo: la festa di Sao Filipe (il maggiore comune dell’isola).

L’ultima settimana del mese vedrà il susseguirsi di eventi sportivi, culturali e ludici che termineranno il 1maggio, giorno clou con la “Cavalhada finale”, un palio-esibizione nel centro cittadino dei cavalli partecipanti alla Corrida di Sao Filipe provenienti anche da altre isole dell’arcipelago, che inizia nel pomeriggio dopo il grande pranzo alla “Casa della Bandera” a cui si accede solo con l’invito della famiglia organizzatrice di quell’anno (ogni anno alla fine della festa viene scelta la famiglia dell’anno successivo).

Nei giorni che la precedono si alternano gare di canottaggio, ciclismo, atletica e calcio, nonché la corrida dei galli (qui assolutamente incruenta) e l’immancabile “pilon” (macinatura del mais completamente manuale fatta in grandi mortai da più persone contemporaneamente) accompagnato dalla musica tradizionale dei “tambureros” e i canti delle “coladere”.

Alla sera fino a tarda notte sulla “piazza del Presidio” si alternano artisti capoverdiani e non in un pout-pourri di musica e danza tipicamente locali. Accompagnano il tutto chioschetti dove è possibile rifocillarsi con pollo e spiedini alla griglia, una birra gelata e un bicchierino di grogue.

La stagione delle tartarughe

A giugno inizia l’epoca della deposizione delle uova delle tartarughe. Le femmine per lo più del genere Caretta Caretta escono dal mare la notte per cercare il luogo più appropriato per scavare il nido dove depongono tra le 80 e le 120 uova. Dopo 45-60 giorni ( a seconda delle condizioni climatiche) si schiudono le uova e le piccole tartarughe  vanno verso l’oceano ad affrontare una dura vita giornaliera che li riporterà, forse, (solo una minima percentuale sopravvive) dopo almeno 25 anni sulla spiaggia natia per continuare il ciclo della vita.

In tutta Capoverde esistono diversi progetti per la protezione di questi meravigliosi animali che la stupidità umana sta portando all’estinzione per la presunta proprietà afrodisiaca delle sue carni e dell’organo sessuale maschile.

Molti capoverdiani mangiano la tartaruga come piatto della tradizione, ma, purtroppo anche molti turisti la chiedono e alcuni ristoratori senza scrupoli la propongono sottobanco.

Centinaia di volontari pattugliano di notte le spiagge dell’arcipelago, proteggono i nidi con le uova e marchiano le tartarughe per creare una banca dati che possa servire per la salvaguardia della specie.

Nel mare di Capoverde si possono incontrare tartarughe verdi, caretta caretta e raramente la tartaruga liuto.

La vendemmia a Fogo

A differenza dell’Europa, a Capoverde, o per meglio dire a Fogo, la vendemmia inizia nei primi giorni di luglio e si prolunga fino all’inizio di settembre.

La coltivazione dell’uva dura ormai da più di cent’anni, introdotta dai portoghesi con vitigni ormai divenuti autoctoni sia di uve bianche che di rosse; le piante, protette da piccoli muri a secco di pietra lavica, sono coltivate a cespuglio, per proteggerle dal vento che spesso soffia forte all’interno del vulcano.

La particolarità di questa coltivazione è che si trova all’interno della caldera del vulcano a più di 1700 metri di altitudine e che non viene irrigata se non dall’umidità notturna o dalle poche piogge nel periodo estivo.

Grandi grappoli dolcissimi raccolti da tutta la popolazione e portati  in ceste sulla testa (delle donne) o a dorso di asino vengono  venduti al mercato di São Filipe, mentre una grande percentuale viene portata alle cantine (“Cha” all’interno del vulcano nel villaggio di Portela e “Sodade” fuori dal vulcano ad Achada Grande) per la produzione del famoso vino di Fogo, apprezzato da tutti i turisti che lo degustano nei ristoranti locali; ogni produttore poi mantiene una quantità di uva per produrre in casa il tradizionale vino locale, il Manecom, da bere in famiglia o con gli amici.

Come per il caffè, la limitata produzione non consente l’esportazione del prodotto, che quindi deve essere consumato nella “nostra terra”.

La cooperazione italiana in questi ultimi anni ha portato un’esperienza secolare che ha permesso ai produttori locali di perfezionare un vino  già buono e di iniziare nuove  produzione come la grappa (distillata dalla vinacce del vino), il passito e i liquori di erbe aromatiche.

Ottimi souvenir per i turisti.

La stagione delle piogge a Fogo

La “stagione delle piogge” è una definizione più grande di quello che effettivamente accade a Capoverde.

A Fogo le prime gocce si vedono già a giugno nella parte nord dell’isola (che giustamente è più florida e coltivata della parte sud) mentre nella parte meridionale  bisogna aspettare fine agosto e settembre.

La stagione delle piogge coincide con il passaggio di perturbazioni in arrivo dall’Africa che a contatto con l’oceano possono trasformarsi in depressioni tropicali, tempeste tropicali e, continuando la loro strada verso l’America, arrivare ad essere uragani che portano tanti danni nella zona caraibica e del golfo del Messico.

Le precipitazioni, spesso a violenti scrosci tipici delle zone tropicali, vengono attese da tutta la popolazione che conta sull’aiuto della pioggia per l’annuale stagione dei raccolti.

La campagna viene seminata al primo avviso di nubi portatrici di pioggia, e in poco tempo cambia la visione l’isola, prima arida e marrone, poi così lussureggiante e verde che sembra di essere in Irlanda.

Mais e fagioli sono le piante più diffuse, ma non solo: zucche, cavoli, pomodori, mandioca e molto altro, consentono alla popolazione una varietà di prodotti per l’alimentazione giornaliera. Non si contano gli alberi di mango, papaya, cajù e banane che danno una produzione di frutta fresca che copre l’intera annata; ma si possono gustare anche pesche, mele, melograni, melacotogne per la “marmelada”, fichi, fragole, ananas, angurie e uva.

Tutta frutta biologica che è alla base delle nostre marmellate e dei nostri liquori.                                 

Il “progresso” ha permesso ha permesso di sviluppare anche un’agricoltura non più basata solo sulle piogge; la costruzione di pozzi permette di avere l’acqua sufficiente e la “tecnologia del goccia a goccia” di usarla con parsimonia sulle singole piante. Si scoprono allora sull’isola piccole piantagioni di frutta e verdura attive tutto l’anno.

Il mais ( a Fogo della varietà bianca) è la base della cucina capoverdiana. Il piatto tradizionale, la “cachupa”, è una zuppa di mais e legumi che a seconda del luogo viene arricchita con carne, pesce, frutta e verdure.

I diversi tipi di macinatura del mais sono utilizzati per diversi piatti: xerem, farofa, pappa ecc.

Così i fagioli che sono coltivati in 6 diversi tipi e, a differenza di come si usa in Europa, con piante pluriannuali che periodicamente vengono potate.

La pesca a Fogo

La pesca a Capoverde è, per la maggior parte, ancora artigianale; piccole imbarcazioni di legno con 1,2 o 3  pescatori partono tutte le mattine a motore (poche) o a remi per il tradizionale rito della pesca.

Le reti sono pochissime; qui la stragrande maggioranza pesca ancora con la “linha”, la lenza e con questa si “combatte” con piccoli pesci di scogliera (garopa, bica, bidion e raramente aragoste) o grandi pesci pelagici, dal tonno al serra, dalla ricciola al pesce vela e qualche volta il marlin.

Lo spettacolo prosegue all’arrivo delle barche con tanti ragazzi a conquistarsi il diritto di portare il pesce in paese per la vendita: i grandi pesci posizionati sulla testa del ragazzo e via verso il mercato con la tesa del pesce come ricompensa.

La freschezza del prodotto è sinonimo di bontà nei piatti che potrete apprezzare nei ristoranti. Una piccola mancanza che si può imputare ai capoverdiani è la poca varietà di pesci che si incontra nei menù dei ristoranti; per questo noi proponiamo ai nostri clienti una più vasta tipologia di pesci per dar modo di provare qualcosa di diverso dai classici piatti.

Il capitolo crostacei merta la premessa che anche a Capoverde si è purtroppo arrivati all’interdizione della pesca per 6 mesi all’anno.

La pesca intensiva e per certi versi “non intelligente” sta portando ad un impoverimento del mare che se non si riesce a controllare può essere disastroso.

Dal 1 maggio al 31 ottobre è proibita la pesca di tutti i crostacei ( qui soprattutto aragoste e cicale di mare), purtroppo le autorità preposte alla sorveglianza sono poche e i pescatori (fortunatamente pochi) continuano quasi indisturbati la loro pesca.

D’altra parte se i turisti ( pur non sapendolo) continuano ad ordinare aragosta al ristorante ….

Natale ai tropici

Natale al caldo. Per chi non ama la neve è senz’altro un sogno ricorrente. L’immaginario del Natale con la neve a ricomprire ogni cosa, il camino acceso e le passeggiate imbaccucati per proteggersi dal freddo, qui non c’è. Ci si veste in pantaloncini e maglietta, si fa il bagno in mare, ci si gode il caldo sole tropicale; ma Fogo offre anche il brivido invernale all’interno del suo vulcano, dove le temperature si avvicinano allo 0 nelle notti tra dicembre e gennaio. E a mezzanotte del 31 dicembre i fuochi artificiali salutano l’arrivo del nuovo anno come la tradizione in tutto il mondo richiede.